Elogio del diritto by Massimo Cacciari Natalino Irti

Elogio del diritto by Massimo Cacciari Natalino Irti

autore:Massimo Cacciari, Natalino Irti [Cacciari, Massimo Irti, Natalino]
La lingua: ita
Format: epub
editore: La nave di Teseo
pubblicato: 2019-09-29T21:00:00+00:00


III. Vedovanza di Dike

Prima, nell’ebraismo, vi è identificazione tra Legge e Giustizia. La Legge soltanto è dikaia e dikaios è solo colui che le obbedisce (naturalmente, nella traduzione dei LXX dikaios assume anche significati più correnti). La Legge stabilisce il patto inalterabile tra il Signore e il suo popolo, e giusto è chi mostra di restargli incrollabilmente fedele. Dunque, il Giusto perfetto non sarà che il Messia atteso. La Giustizia sarà il contrassegno, infatti, dell’Età messianica. La Legge è però anche scritta su pietra, incancellabile. Il Signore ha detto, e ciò che ha detto una volta per sempre è stato inciso. Ogni nomos particolare, come ogni tradizione, dovrà derivare dalle sue Parole, renderne piena testimonianza. Poiché la Parola della Legge, anzi: ogni suo singolo segno, contengono l’infinito, il Tutto, potranno, sì, dare vita a diverse interpretazioni, gemmare “narrazioni” diverse, ma tutte dovranno essere considerate già da sempre comprese in essa. Ogni lettura della Legge è pre-giudicata nel testo della Legge stessa. Un nomos che se ne collochi fuori, cessa di valere. Tutti i nomoi particolari derivano dal Signore che ne ha posto i principi, “creature” della sua sovranità unica e indivisibile. Non può qui esistere alcuna “discussione” tra Themis, Zeus e Nomos; un pensiero tragico non potrebbe mai aver luogo in questo contesto, tantomeno sorgervi una filosofia-scienza che concepisca Giustizia come Idea razionalmente definibile. Nella fedeltà al Patto non è in gioco semplicemente un premio o una pena terrena, ne va della salvezza – di una idea di soteria che nella dura coscienza che le sciagure avvengono e sempre avverranno “finché la physis degli uomini rimarrà la stessa” (Tucidide), propria del pensiero classico, non si sarebbe mai potuta manifestare. L’ anomia comporta essenzialmente la distruzione del Patto, e la pena sarà l’assoluta rovina del singolo come di Israele. Sul tale certissima fede dovrà regolarsi tutta la loro vita, e perciò la loro stessa politeia.

Ora, l’immensa krisis segnata dal cristianesimo non comporta il venir meno della santità della Legge, anzi: non un solo iota deve andarne perduto; e però non semplicemente una sua diversa interpretazione, bensì una Rivelazione divina irrompe a insegnare quale ne sia il vero significato. Non una profezia si aggiunge alle altre, né un rabbi continua, sviluppa, approfondisce la tradizione, per quanto in modo rivoluzionario, ma il Logos che è Dio manifesta se stesso secondo la sua Verità, che era rimasta nascosta fin dall’origine dei tempi. E ciò che questo Logos mai prima udito manifesta sconvolge ogni precedente rapporto tra Legge e Giustizia, tra Dike e Nomos. Non è la Legge a salvare; certo, neppure prima si poteva sperare salvezza dalla mera obbedienza alla lettera, tuttavia il carattere del dikaios si rivelava nelle opere con cui egli mostrava di aver compreso e iscritto nel cuore e nella mente le Parole pronunciate dalla Giustizia del Signore. Ora, solo colui che ha fede, il pistos, è salvo. Lo è ora, nell’istante in cui crede. Il Regno gli appartiene dall’istante in cui crede nel Cristo, cioè in cui accoglie la fede



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.